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8 lug 2025
Da amanti delle due ruote, associamo il marchio Yamaha al mondo del motociclismo in cui la Casa giapponese è presente in ogni sua sfaccettatura, dal prodotto al mondo racing passando dalla velocità all'off-road. Tuttavia, la Casa dei tre diapason è molto di più e comprende diverse realtà al proprio interno: Yamaha Motor da una parte, che festeggia proprio quest'anno il 70° anniversario ed è a sua volta suddivisa nelle sezioni Racing, R&D e Robotics, e Yamaha Music dall'altra, realtà ben più longeva essendo presente dal 1897. Noi siamo stati al Campus situato a Gerno di Lesmo per l'evento “Two Yamahas, One Passion” conoscendo meglio tutte le sue sfaccettature: ecco com'è andata.
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La Casa del Sol Levante ci ha aperto le porte della propria base situata vicino all'Autodromo di Monza dandoci un assaggio di tutte le proprie realtà. Dopo aver visto il reparto dedicato a Yamaha Robotics in cui vengono sviluppati e costruiti robot industriali e quello di Yamaha Music con tanto di brevi concerti con chitarre e pianoforti del marchio (compreso uno dotato di tecnologia Disklavier in grado di registrare i movimenti del pianista per poi replicarli), è poi giunto il momento di passare alle “nostre” due ruote.
Nella sezione Racing abbiamo potuto vedere da vicino tutte le Yamaha M1 con cui Valentino Rossi, Jorge Lorenzo e Fabio Quartararo hanno vinto i propri titoli mondiali in MotoGP, ma anche diverse livree speciali utilizzate nel corso degli anni e l'allestimento del box del team ufficiale per poi spostarci nel workshop delle moto da gare di derivazione di serie. Con Superbike, Endurance, MXGP e Rally Raid, si tratta ormai di una location altamente centrale non soltanto a livello nazionale, ma anche e soprattutto globale, come ci ha spiegato direttamente Andrea Dosoli, Responsabile Motorsport di Yamaha Racing.
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Lasciato anche il reparto Racing, c'è poi stato il tempo di vedere la sezione dedicata al R&D (Ricerca e Sviluppo) dei modelli di serie, in cui sono state mostrate le varie fasi della creazione di una moto di serie. Nello specifico, la protagonista di questa spiegazione interattiva è stata la nuova Tracer 7, che abbiamo visto come passa dal modello 2D a quello tridimensionale attraverso la modellazione in argilla per tenerne immutate le proporzioni in un processo delicato che può durare anche mesi.
Infine, non è mancato un giro all'interno della storia di Yamaha per festeggiare i 70 anni di impegno nelle due ruote attraverso un museo allestito per l'occasione contenente i modelli più iconici della Casa di Iwata: dalla YA-1 del 1955 da cui è partito tutto alle sportive R1, R6 ed R7, senza dimenticare la parte nautica con l'MJ500T degli anni '80 e il nuovissimo motore a idrogeno, così come le eBike. Un viaggio in quelli che, come ha detto il Presidente di Yamaha Europe Olivier Prevost, sono stati soltanto i primi 70 anni del marchio, che adesso pensa già al futuro. Con quella filosofia “kando” (termine giapponese che indica una sensazione di profonda soddisfazione mista a entusiasmo che si prova davanti a qualcosa di eccezionale) che continuerà ad esserne la colonna portante.
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